giovedì 27 agosto 2009

Eurolega 2009/2010


Al tempo dei grandi filosofi greci, Atene era considerata il crocevia e fulcro del mondo conosciuto; oggi non è più esattamente così ma se vuoi vincere l’Eurolega, di lì stai pur certo che devi passare. Si inizia da dove ci eravamo lasciati al termine della scorsa stagione, cioè con Zelimir Obradovic e i verdi del Panathinaikos ad alzare l’ambito trofeo targato “devotion”. Poco è cambiato in un roster già quasi illimitato: le uniche partenze di Dusan Kecman, Nikos Chatzivrettas e Dusan Sakota (oltre al ritiro già noto da tempo ma ora ufficiale del grande Fragiskos Alvertis) sono state rimpiazzate senza troppi fuochi d’artificio ma con la consapevolezza che un anno in più di amalgama per questa squadra può bastare per dar vita ad uno storico “back-to-back”. Le acquisizioni vere e proprie sono state due e rispondono ai nomi, assai intriganti, di Nick Calathes (play/guardia dell’ 89’, mezzo greco e mezzo americano proveniente da Florida University) e Milenko Tepic (ala piccola serba di enorme classe, prelevata dal Partizan Belgrado); inoltre, Obradovic ha chiamato alla sua corte un ulteriore prospetto greco, il ventenne Giorgos Bogris, un 2.08 ex Ilisiakos e nel giro delle nazionali giovanili già da qualche anno. Il mercato non è comunque ancora chiuso e un colpo a sorpresa del Pana non è da escludere; intanto però se si sfoglia la rosa e si leggono i nomi di Jasikevicius, Spanoulis (MVP della passata Eurolega), Diamantidis, Nicholas, Fotsis, Perperoglu (atteso ad un’annata esplosiva), Pekovic (idem come sopra) e Batiste, l’idea che dal Pireo bisognerà ripassare, presto o tardi, permane.


Anche solo spostandosi di qualche chilometro, perché tra le favorite ci sono pure i “cugini” dell’Olympiakos che, di norma, in estate tendono a fare le cose in grande. Ad oggi le uniche conferme certe sono quelle di Ioannis Bourousis, centro in fenomenale ascesa che pare aver resistito alle sirene Nba, e Andreas Glyniadakis; la situazione dei vari Childress, Papaloukas, Vujcic, Teodosic, Halperim, Erceg (Panellinios ?) e Schortsianitis invece crea molti grattacapi, ma il tempo delle decisioni sta arrivando. Coach Yannakis tuttavia non ha troppi motivi per lamentarsi, viste le news di mercato riguardanti i biancorossi ateniesi: in linea diretta dal campionato pro statunitense sono infatti giunti Linas Kleiza (alona tiratrice lituana da Denver) e Von Wafer (protagonista lo scorso anno con la canotta degli Houston Rockets); da Malaga invece proviene l’atletica guardia/ala eritrea Thomas Kelati; infine c’è da constatare il “ritorno a casa” di Lukas Mavrokefalidis (ex Roma) e soprattutto l’interessante acquisto di Patrick Beverley, play classe 1988 che nella scorsa stagione ha scelto di saltare i restanti anni di college ad Arkansas per giocare al Dnipro, team ucraino non troppo rinomato. E’ comunque piuttosto ovvio che dalle prossime scelte del GM dipenderanno le sorti della squadra, in quanto non facile resta sopperire a partenze del livello di Lynn Greer (accasatosi al Fenerbahce Ulker), Giorgos Printezis (Malaga) e forse i nomi di cui sopra, mentre un po’ meno a quelle di Michalis Pelekanos (Maroussi), Devin Smith (Panellinios) e Jannero Pargo (Chicago Bulls).


Le cessioni e partenze hanno insolitamente caratterizzato anche i movimenti di mercato dell’altra finalista di maggio, il Cska Mosca. Impossibile non cominciare dai saluti ad Ettore Messina e David Vanterpool , con la panchina di conseguenza affidata al figliol prodigo Eugeny Pashutin, da una vita nella capitale russa. La città del Cremlino ha poi accolto dall’Unics Kazan il centro classe ’85 Dimitriy Sokolov e il ritorno di Anton Ponkrashov (play/guardia di 2 metri) e Nikita Kourbanov. Rumors di mercato sembrano non essercene e così vanno constatati gli addii ad Erazem Lorbek (l’ex Treviso e Roma, finito agli ambiziosi rivali del Barça), Terrence Morris (che farà compagnia a Lorbek in Catalogna) e Nikos Zizis (nuovo cambio di Terrell McIntyre a Siena). I punti fermi sono sempre gli stessi (Holden, Siskauskas, Langdon, Khryapa, Kaun, Planinic), compreso Smodis cui l’offerta del Real ha dato solo stimoli in più, ma per la prima volta negli ultimi tempi, la corazzata russa (a meno dell’esplosione definitiva di uno o più dei suoi talenti, leggasi Shved, Zabelin e Vorontsevich) sembra partire dai blocchi non con i favori del pronostico e questo, c’è da fidarsi, è un evento.


Tra le papabili alla vittoria ci sono poi necessariamente le spagnole, di cui si è trattato a fondo all’interno del mercato spagnolo. L’unica novità pare proprio essere l’ufficializzazione della cessione di Ricky Rubio al Barcellona, costretto a versare alla Joventut Badalona circa 3.7 milioni di euro di buyot. Il contratto, ricchissimo, legherebbe dunque il giovane fenomeno per 5 o 6 stagioni al club catalano con la clausola dell’ “Nba escape” dopo due: quello che si dice un colpo a sensazione.


Colpi del genere sono però stati messi a segno anche in terra turca. Fenerbahçe ed Efes Pilsen stanno difatti cercando di riportare nell’elite del basket la città di Isanbul e per farlo non hanno badato a spese. I giallo neri dell’Ulker hanno affidato il back court del quintetto alla coppia Lynn Greer – Tarence Kinsey (volto già noto da quelle parti, prelevato dai Cleveland Cavaliers) che affiancheranno conferme importanti come quelle di Gordan Giricek (ex Utah Jazz), Emir Predzlic (scelto al draft Nba ma voglioso di esplodere prima in Europa), Damir Mrsic, Mirsad Turckan (ex Siena) e Oguz Savas ma soprattutto il ritorno (ancora da ufficializzare, ma certo) di Will Solomon, idolo . Le partenze dei non molto rimpianti Marques Green e Devin Smith sono quindi state rimpiazzate nel migliore dei modi e per Tanjevic ci sarà sì molto lavoro da fare per trovare la giusta chimica, ma anche tanto da divertirsi.


Non da meno è risultata la off-season dell’Efes di coach Ergin Ataman, cui la dirigenza ha regalato pezzi pregiati del mercato europeo: Igor Rakocevic (favoloso bomber serbo proveniente dal Tau Vitoria), Bostjan “Boki” Nachbar (talentuosa ala slovena ex Treviso e New Jersey Nets, l’anno scorso in forza alla Dinamo Mosca in una stagione però disgraziata per il club russo) e Mario Kasun (possente centro ex Barcellona, atteso ad un salto di qualità netto, visti i problemi di continuità e concentrazione degli anni passati). Tre “surplus” per una formazione solida, lunga e dalle notevoli possibilità offensive. Il presidente Tuncay Ozilhan ha infatti dato fiducia a tanti dei suoi pupilli che la stagione scorsa gli hanno permesso di aggiungere in bacheca la coppa turca e il campionato: il trio U.S.A. di vecchia conoscenza, Charles Smith (il “Ragno” ex Pesaro e Virtus), Bootsy Thornton (ex Cantù e Siena) e Preston Shumpert (non illuminante alla Fortitudo); l’estroso Ender Arslan e l’ex Besiktas Sinan Guler; per finire lo zoccolo duro della squadra composto dai due Kerem (Tunceri e Gonlum) più il 2.07 Kaya Peker. Insomma, un roster da urlo per i campioni uscenti della Lega turca cui però, nella prossima annata, il bis in patria non basta più.


Siamo in dirittura d’arrivo nella lista tra le pretendenti al titolo di Eurolega e ne rimangono probabilmente ancora due: il Maccabi Tel Aviv (come sempre impossibile da escludere) e il Montepaschi Siena. Gli israeliani sembrano non essersi ancora ripresi dalla partenza di Sarunas Jasikevicius datata 2005 e per l’ennesima volta la squadra è stata rivoltata “come un frittatone” (Paola Ellisse docet). “As usual” ogni settembre si ricomincia dal capitano Derrick Sharp, inossidabile più che mai; al suo fianco ancora Yaniv Green (prossima bandiera designata della società), Raviv Limonad, D’Or Fischer (centro vicino alla Scavolini lo scorso mercato) e l’ex bolognese (entrambe le sponde) David Bluthental. Da qui in poi solo volti nuovi. Come quello meno conosciuto di Guy Pnini (classe ’83, si è fatto tutta la trafila di nazionali giovanili prima di mettere il naso anche in quella maggiore); poi ex italiani con alterne fortune come Andrew Wisniewski (ex Udine) e Alan Anderson (ex Virtussino); l’elettrico gabonese Stephane Lasme (brillante con la casacca bianconera del Partizan); il polacco Maciej Lampe (ex Phoenix Suns e Khimki Mosca) e “last but not least” un MVP, cioè Charles “Chuck” Eidson, ala mancina statunitense vincitrice dell’ultima Eurocup (disputatasi a Torino) con la casacca del Lietuvos Rytas, proprio contro il Khimki del suo nuovo compagno di squadra Lampe. L’obiettivo è dunque sempre il “grande slam” ma molti sono i dubbi che aleggiano intorno alla Nokia Arena: Wisnieski è in grado di competere ai massimi livelli? Alan Anderson ricorderà ogni sera di essere un grande realizzatore? Lasme, Lampe ed Eidson riusciranno a ripetere le gesta di Belgrado, Mosca e Vilnius in una piazza così ambiziosa? Dalle risposte a questi quesiti verrà certamente fuori il Maccabi “croce o delizia” versione 2009/2020.


Non resta che Siena. Da italiani siamo di parte ma le credenzialità per poter strappare il titolo alle grandi società multimilionarie d’Europa ci sono tutte. La gestione del club da parte di Minucci e Pianigiani è ogni volta di più strategica e attenta ad ogni minimo particolare o cambiamento. Gli addii sono stati infatti fronteggiati con acquisti di assoluto rilievo e che compensassero al meglio il vuoto lasciato: fuori Morris Finley e il suo rendimento altalenante, dentro Nikos Zizis (ex Benetton e Cska) e le sue caratteristiche da metronomo; fuori Kaukenas (impareggiabile l’offerta del “Paperone” Real Madrid), dentro la classe e la potenza dell’ex milanese David Hawkins. L’aggiunta di Denis Marconato per il precampionato con sottointeso un “poi vedremo…”, le conferme non cosi scontate di K. Lavrinovic e McIntyre… Ogni cosa è calcolata ed è sulla programmazione che Siena ha costruito il suo dominio in Italia e forse, in un futuro prossimo, anche in Europa.

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