giovedì 12 novembre 2009

A "casa" del Mazza...









(Nelle due foto al di sopra della bandiera uruguaiana: Kyle Lamonte, sx, e Will Caudle, dx)

Fortunatamente (?) mi è capitato di vedere un incontro della “Liga Uruguaya” tra Club Atletico Aguada e Atenas. Per chi osserva con occhi europei, il clima appare fin da subito irreale: si gioca su di una superficie difficilmente avvicinabile al concetto di parquet nel senso classico e dalla combinazione di colori decisamente improponibile (un paio di tonalità di marrone, sezioni verdi-rosse in onore ai colori sociali, più strisce arancioni, bianche, blu e gialle); le luci sembrano un (bel) po’ bassine e difficilmente credo sia colpa del collegamento video tra due continenti così distanti; il lancio dei rotoli di carta, che sta ad indicare l’importanza emotiva del match, probabilmente un derby, è tutt’altro che breve e ricorda una scena del film “300” in cui il cielo si oscura a causa delle frecce sparate dai persiani in direzione di Leonida e dei suo valorosi spartani (che cuore, ragazzi!); le curve, “calienti” in pieno stile sud americano, sono protette da reti che rimandano e fanno decisamente pensare alle gare di ”handball”: infatti il palazzetto non è quello ufficiale (Estadio Aguatero: 3738 posti di capienza), come deduco da una breve ricerca sul web, ma è il rinomato Cilindro Municipal di Montevideo (circa 18000 seggiole a disposizione), sostanzialmente il fulcro dello sport indoor uruguagio e luogo maggiormente idoneo per ogni big match degno di tal nome. Insomma, l’Nba e gli Stati Uniti sono solo lassù ma qui è un altro mondo.




Dopo poco intravedo i due quintetti e subito mi viene da pensare ai giocatori uruguaiani che hanno fatto fortuna dalle nostre parti: il non entusiasmante Mauricio Aguiar (pescato da Biella quando era ancora membro dell’Atletico Cordon, poi tanta Legadue con Sassari, Novara, Livorno e da due stagioni a Cremona, con cui ha conquistato la promozione nella massima serie sotto il nome di Soresina), Esteban “La Bestia” Batista (clamoroso rimbalzista, e non molto altro, originario di Montevideo come Aguiar, primo giocatore uruguagio di sempre a vestire una casacca Nba, Atlanta Hawks nello specifico, ed in seguito girovago in Europa tra Maccabi, Triumph Lyubertsy e attualmente Fuenlabrada) e soprattutto Nicolas Mazzarino, il “Cardinale” per dirla alla Casalini, il “Capitano” per tutti a Cantù (natìo di Salto, cresciuto cestisticamente nella capitale, transitato per tre stagioni a Reggio Calabria dove ha attirato la stima di Bruno Arrigoni che l’ha voluto in Brianza per le sue caratteristiche di tiratore favoloso, difensore dal cuore infinito e leader innato). Una mezza idea mi sobbalza sempre nella capoccia: chissà che tra i compatrioti dei suddetti tre che si preparano a disputare l’incontro non sbuchi un “neo-Mazza”.




La gara quindi prende il via. Difficile fare un confronto tra il livello italiano e quello locale (siamo forse ad una Legadue di medio-basso livello?), ma è evidente come tutto ruoti intorno al doppio straniero (in questo caso solo statunitensi) e al tiro da 3: ogni personaggio sul campo è un potenziale tiratore e chi ha spazio non ci pensa più di un decimo di secondo a prendersi una “trrrrrrriple”. Unica eccezione è il play dell’Atenas, Daniel Rivero, che al termine sarà l’assoluto protagonista di serata (30 e 9 falli subiti) e che intanto varia notevolmente le soluzioni, mettendosi sì in proprio ma andando anche sovente in area dai due lunghi USA (Will Caudle, da Xavier, buono in attacco, 20 alla fine, ma poco propenso ad andare a rimbalzo, 2 totali; e tale Elgrace Wilborn da Western Kentucky, l’esatto opposto del collega, 14 “rebotas” alla sirena più 4 stoppate, ma in ogni caso possessore di un nome, a mio parere, rasentante l’inimmaginabile e che conferma la clamorosa fantasia in dote agli abitanti di quel pianeta chiamato Stati Uniti). Qualche giocatore spicca per doti fisiche non esattamente da culturista e c’è pure un rosso che assomiglia in tutto e per tutto a Brian Scalabrine di Boston, differenziandosi solo per la mancanza della fascetta tergisudore in fronte (cosa che gli avrebbe regalato qualche stellina in più alla voce “idolo”): il Brian “de noantri” però non si vede quasi mai e le sue comparsate arrivano quasi esclusivamente al termine dei time-out dove, padrone della scena, è sempre inquadrato in procinto di assettarsi. Ci sta pure questo.




Sul finire della seconda frazione, con l’Atenas in discreto controllo, si sveglia il dominatore statistico della Liga: mister Kyle Lamonte, guardia sull’1.90 da Southern Miss che fino a questa gara ne metteva 30.9 ad allacciata di scarpe con 38 di valutazione media. In un amen Lamonte (trentello d’obbligo al termine) infila due bombe che fanno il paio con quella del play Francisco Cabrera: il telecronista, impazzito, urla a squarciagola (“TRRRRRRRRRRRRRRRIPLEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE”) come ogni buon commentatore ispanico dopo un goal in una partita di calcio; i due realizzatori esultano in stile Tardelli ed il sorpasso+allungo è servito. Tuttavia, sulla sirena precedente l’intervallo lungo, l’aletta Pablo Clerici (il metronomo di squadra) infila in torsione i tre pezzi del -2: niente coreografiche esultanze, non si sa mai, meglio non rischiare…




I restanti 20’ scorrono sui binari dell’equilibrio, fin quando Rivero e Caudle, ad 1’ e mezzo dalla sirena finale, non costruiscono un mini break capace di spingere “les alas negras” ad un decisivo +4. Di lì in poi, i viaggi in lunetta del play e i problemi di Lamonte a costruirsi un tiro, chiudono definitivamente il match, facendo così coincidere l’aggancio alla vetta dell’Atenas con la chiusura di una serie di sette vittorie consecutive da parte dell’Aguada. Terminato l’incontro la curva ospite ci va di invasione di campo, entusiasta e pacifica, neanche fosse una gara 7 di finale. Il telecronista conclude, discretamente mogio e con la voce che va e viene, la telecronaca, dando appuntamento al prossimo turno di campionato (nota personale: adesso però non esageriamo… ).


E’ tempo di staccare, anche se in fondo già un paio di ore prima mi ero schiodato dalla monotonia del “nostro” mondo. Mi si stanno chiudendo gli occhi ma ancora penso che come il basket proprio non ce n’è: eh si Phil (Jackson ndr), “more than a game”.


P.S.


Nella Liga gioca anche l’ex scafatese Dillon Sneed (19+11 al Defensor Sporting Club)… Comunque non indimenticabile nel suo soggiorno in Italia.

Ah dimenticavo:

253lbs / 115kg
Born: Feb.26, 1982
Full name: William Oneal Caudle
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Outlook:
He is a strong inside player with nice hands and a good shooting touch. He is extremely athletic and can get to the hoop off the dribble. He goes by the nickname of Big Will. Caudle is tough as nails. During a game in high school, he shattered a backboard and cut his hand. After getting it taped up, he went right back into the game with about 20 glass cuts all over his hands. Bob Wenzel of ESPN had this to say about Will: “Caudle plays hard.
He is a very enthusiastic guy. It’s hard to find that in big people sometimes. He is physical, gets after it and plays 100% on every play.”


Kyle Lamonte

Height/Weight: 6-3/185 Hometown: Davenport, Iowa

College: Marshalltown CC; Southern Miss Position: Guard

Overview
A junior college transfer who could battle for time at the point guard position ... Also has the versatility to play in the shooting guard slot ...
A good defender who utilizes his size and strength to be physical ... An aggressive player who can rebound the ball well.

Junior College:
A two-year standout for Coach Denny Aye at Marshalltown Community College ...
Led the team to a 25-9 record as a sophomore ... Averaged 9.9 points and a conference-leading 4.4 rebounds per game ... Also had 1.6 steals per game ... Tabbed as an NJCAA Region XI Honorable-Mention selection.

Prep:
Averaged 16.5 points per game for Coach J.D. Rios at Davenport North Prep ... Also averaged 5.5 assists, five rebounds, and 1.5 steals per game ... Helped lead the team to a 13-12 record and an appearance in the Iowa High School Athletic Association state tournament, advancing to the quarterfinal round ... Named second team all-conference and all-district ... Participated in the Iowa vs. Illinois All-Star game ... Earned three letters in basketball.

Personal:
Son of Melvin and Barbara Williams ... Majoring in coaching and sports administration ... Born Sept. 7, 1984.

“Kyle probably could have scored over 25points per-game in the ESL event but he picked his spots perfectly and looked more like a leader. He is a very athletic combo guard who can do it all and has the talent to play at the highest level in Europe.” – Eurobasket.com




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